Truck camion Iveco Petronas è il re

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DAKAR 2014 Truck – Non ci sono sorprese tra i camion, De Rooy, su Iveco Petronas, è il padrone assoluto di questa edizione. L’olandese comanda la generale dopo 6 tappe ed è stato il vincitore di due, l’ultimo successo nella quarta nella frazione che ha portato la carovana da San Juan a Chilecito: una speciale di ben 657 km. De Rooy ha avuto in Andrey Karginov (Kamaz) un degno rivale, che tra l’altro lo insegue nella graduatoria generale. Nella quinta, da Chilecito a Tucuman, a svettare, a sorpresa, è stato un altro russo Dmitry Sotnikov, sul Kamaz n.4236. Questa frazione è stata caratterizzata dal grande caldo e dalla necessità per gli organizzatori di ridurre la distanza da percorrere per motivi di sicurezza dopo che buona parte del pubblico aveva invaso, rimanendo insabbiato con i propri mezzi, la seconda parte del tratto cronometrato. La sesta tappa, quella da Tucuman a Salta, è stata abbastanza tranquilla anche perché la speciale per i camion era di soli 156 km, rispetto ai 426 delle auto. A trionfare è stato il team olandese Veko, su Man TGS 480, ed il driver Pieter Versluis con Jurgen Damen e Henricus Schuurmans al suo fianco. Spettacolare l’arrivo del ceko Kolomy che ha tagliato il traguardo con il suo Tatra su tre ruote, a seguito di problemi meccanici riscontarti durante la gara. La settima tappa, da Salta-Uyuni, arriverà subito il primo giorno di riposo di questa edizione. Attenzione che questa frazione si correrà sopra i 3.600 metri sul livello del mare.

De Rooy
Truck Camion Dakar 2014 classifica provvisoria 6° giorno
1)De Rooy/Colsoul/Rodenwald (Iveco Torpedo) 23.14’27”
2) Karginov/Yakovlev (Kamaz)+29’05”
3) Nikolaev/Yakovlev/Rybakov (Kamaz) +1.07’42”
4) Stacey/Ruf/Der Kinderen (Iveco Trakker Evo 3) +1.19’44”
5) Sotnikov/Mizyukaev/Pustjovski (Kamaz) +1’22”35”
6) Shibalov/Amatych/Khisamiev (Kamaz) +1’36’35”
7) Loprais/Bruynkens/Pustejovsky (Tatra) +1’39”53”
8) Vila Roca/Van Eerd/Roqueta (Iveco Trakker Evo 2) +1.51’34”
9) Van Vliet/Pronk/Klein (Man) +1.57’58”
10) Kuipers/Torrallordona/Van Der Vaet (Man) +2.16’05”


ELEONORA DAL PRÀ su UNIMOG – Giorni complicati per il Team Rebel Troop con la nostra Eleonora Dal Prà e per il suo Mercedes Unimog n.558. In particolare gli ultimi due arrivi al bivacco sono sempre avvenuti intorno alle 5.30 del mattino ed un materasso di fortuna ad accompagnare Eleonora in quel poco tempo dedicato al riposo prima della ripartenza. Come di consueto ecco il suo racconto giornaliero:
A Salta, in Argentina, è mezzanotte. Il bivacco è molto più grande e molto più vivace degli altri. Qui domani non ci sono prove speciali, bensì, finalmente, ci si gode la giornata di riposo e tutto è allestito in maniera più festosa, con i piloti che stanno tirando un sospiro di sollievo sapendo che domani non ci sarà nessuna levataccia e nessuna sfida da affrontare, ma 24 ore di riposo e spensieratezza.
Anch’io mi sento più rilassata, sono appena entrata nella mia tenda dopo aver cenato con degli amici e, prima, essermi scrollata via un po’ di tensione (nonché di sabbia!) con una doccia interminabile!

Gli ultimi giorni sono stati molto duri, sul piano fisico indubbiamente, ma anche su quello psicologico, per la tensione e la paura di non terminare e venire squalificati.In modo particolare, la 4ª tappa, San Juan – Chilecito, 868 km, di cui 501 di SS, è stata caratterizzata da tracciati simili a quelli visti finora, ovvero pista dura veloce con tratti più tecnici dentro e fuori dai fiumi, ma con un fondo più ghiaioso, alternati da momenti in cui si entrava all’interno di canyon in cui sabbia e pietre dominavano la scena, il tutto su di un percorso spesso molto sinuoso e disseminato di buche e dossi. La giornata è stata molto lunga e intensa, complici i tanti km della SS, ma anche la Pandakar a cui abbiamo sempre prestato soccorso nei momenti difficili, e che c’ha visti rimanere in speciale fino a notte e quindi dover affrontare la parte finale col buio. Parte finale in cui la navigazione l’ha fatta da padrona: ci si muoveva solo per CAP e si dovevano trovare dei waypoint che in alcuni momenti si sono rivelati un po’ ostici da catturare col GPS. Poi a causa del solito lungo trasferimento, siamo arrivati al bivacco nel cuore della notte, potendo concederci solo 2 ore di sonno. Ma il vero problema è stato il giorno dopo, ovvero la tappa 5, Chilecito – Tucuman, davvero molto lunga e difficile: 912 km con 416 di speciale. La giornata si preannunciava già più difficile da affrontare a causa del caldo eccezionale che c’ha accompagnati per tutto il giorno: tanto per fare un esempio, alle 18 c’erano la bellezza di 44º C, un caldo insopportabile che abbiamo accusato tutti, persone e mezzo. Noi eravamo spossati e affaticati più del solito, ci mancava l’aria e facevamo tutto con meno lucidità. Inoltre abbigliamento da gara e alte temperature sono un’abbinata micidiale: dentro la già afosa cabina dell’Unimog, si devono indossare tuta, sottotuta ignifugo, sottocasco, casco, collare Hans… Poi ci sono le cinture e i movimenti sono ridotti al minimo, insomma non si respirava davvero!

Dal canto suo anche il camion accusava qualche colpo, sofferente e con l’acqua del radiatore rovente. Così, a intervalli regolari, ci siamo dovuti fermare e aspettare che la ventola la raffreddasse un po’, e in generale siamo andati abbastanza piano per tenere sotto controllo questo problema. Poi c’era la Pandakar che richiedeva assistenza e tutto ha portato a fare tardi. Non è stato, comunque, un problema solo nostro: la 5ª tappa ha visto, purtroppo, il ritiro di moltissimi concorrenti, tutti in seria difficoltà e invischiati nella sabbia, che in molti tratti era anche fesh fesh, ovvero un genere sottilissimo come la polvere, che ti fa piantare con estrema facilità. Devo dire che l’Unimog in realtà se la cava sempre bene! Vanta dei ponti alti per uscire da ogni situazione e un rapporto peso/potenza che gli permette di non scavare troppo rischiando di insabbiarsi (problema invece più comune nei camion di cilindrata maggiore). Dunque il piccolo Unimog 7.2 è davvero una bestia e, anche se non vanta le prestazioni dei suoi rivali tipo i super Kamaz e gli Iveco, perlomeno possiede questa utilissima caratteristica! La speciale, poi, era tutta sabbiosa: dalle piste più veloci, agli erg, fino ai letti dei fiumi. Ci sono stati anche svariati km di up and down su colline molto alte, caratterizzate da sabbia mista a vegetazione, nonché molta navigazione. Il tutto reso ancora più duro dalle diverse soste che abbiamo fatto per aiutare la Pandakar.

Dopo tante ore finalmente siamo giunti alla fine della prima speciale della giornata. Era sera e ci mancavano ancora 200 km… Eravamo esausti, ma ovviamente se si vuole andare avanti con la gara si deve fare tutto il percorso, quindi via verso la nuova SS, a darci sotto con il percorso. Anche qui sabbia, colline, navigazione. E in più la stanchezza. Quella accumulata nei giorni presenti, quella della giornata odierna e quella derivata dalle alte temperature. E poi era notte, ci si chiudevano gli occhi! Il sollievo è stato sentirci dire, dopo 100 km, che il resto della SS era stato annullato, quindi, con grande felicità, abbiamo imboccato la strada del trasferimento per dirigerci verso il bivacco. Ma i km erano molti e la strada montagnosa e tutta tornanti, quindi da percorrere con cautela e a velocità non troppo sostenute. Ed ecco perché siamo arrivati al campo all’alba per poi ripartire per la tappa di oggi, la 6ª: Tucuman – Salta, fortunatamente più breve (550 km, solo 156 di speciale), molto veloce e finalmente divertente! Oggi niente fatica e stress, solo velocità e temperature miti: eravamo a 2000 metri, in un ambiente fresco di montagna, circondati da molta vegetazione, mucche che pascolavano, cavalli liberi di correre e… cactus: quel tocco di Argentina che ti ricorda che sei dall’altra parte del mondo.

 
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