Mazda RX7 tuning elaborata
Il motore Wankel di questa Mazda RX-7 frulla che è un piacere. Vista la difficoltà nel reperire preparatori esperti di questo modello, un nostro lettore si è dato al “fai da te” e ha cercato su internet chi potesse aiutarlo nel preparare la sua RX-7. Il Giappone ha risposto e questo è il risultato!
Vivere in Sicilia ha i suoi lati positivi e negativi. Di bello ha un clima invidiabile e un territorio ricco di storia, testimonianze del passato e bellezze naturali. Di brutto, per gli appassionati di tuning, c’è una scarsa reperibilità di informazioni per l’elaborazione di vetture rare o particolari. Così è, ad esempio, per la Mazda RX-7, vista sull’isola in pochissimi esemplari e ancor meno considerata dai tuner locali. Chi ama il motore Wankel e la RX-7 in particolare, però, non si ferma davanti a nulla. Pietro, siciliano DOC, è il fortunato proprietario della Mazda provata in queste pagine. Dopo aver vanamente girato l’isola in lungo e in largo alla ricerca di qualcuno che potesse dargli indicazioni su dove e come intervenire per far crescere la cavalleria senza compromettere l’affidabilità, ha capito che l’unica strada era il “fai da te”. Grazie a internet e alla conoscenza dell’inglese (per professione è pilota civile di aerei di linea) ha contattato vari forum di club della RX-7 e ha scoperto la Knight Sport (www.knightsports.co.jp, con versione in inglese da trovare “smanettando” un po’), un preparatore giapponese specializzato in motori Wankel della Mazda. Via e-mail ha trovato una controparte molto competente e disponibile, che lo ha guidato per arrivare alla giusta elaborazione, inviandogli schemi di montaggio e consigli su come procedere per ogni possibile intervento.
Elettronica del Sol Levante
Pietro ha dovuto spedire la sua centralina in Giappone, dove è stato sostituito il chip con la memoria della mappatura, oltretutto con uno da 16 bit al posto di quello originale da 8 bit, e poi ha montato filtri aria e impianto di scarico consigliati dalla Knight Sport. Avendo anche il regolatore della pressione turbo della HKS, ora può viaggiare con due mappature in memoria: una da 0.9 bar per l’estate e le andature più tranquille e una da 1,1 bar per quando fa freddo e per le “prove speciali”. Un limite della RX-7, infatti, è l’intercooler un po’ sottodimensionato, al punto che con le temperature estive siciliane non è produttivo esagerare con la pressione di sovralimentazione. Quando il clima lo permette, però, è possibile far scatenare il Wankel a 8.500 giri (contro i 7.800 del motore originale) e tirare fuori tutti i 352 cavalli che la vettura ha fatto registrare sul nostro banco prova a rulli. Non pensate, però, agli interventi effettuati da Pietro come se si trattasse semplicemente di soft tuning. In realtà il Wankel turbocompresso è una “brutta bestia” che va saputa domare, con la quale non è possibile commettere sbagli se non si vuole compromettere l’affidabilità. Così, quelli effettuati sono i massimi interventi consentiti senza aprire il motore, aggiungere un terzo rotore e sostituire i due turbo sequenziali con uno solo più grande. Tutto è stato eseguito a regola d’arte e la prova è che il motore non consuma olio e non ha mai dato il benché minimo problema. Inoltre, con questo livello di elaborazione si è conservato il meglio che il Wankel di serie può dare, cioè una perfetta erogazione già dai regimi più bassi e una fruibilità a prova di traffico e di guida per tutti i giorni.
Assetto: road o racing?
Un altro settore dove Pietro ha fatto bene a intervenire è l’assetto, forse l’unico punto veramente dolente della Mazda RX-7. L’adozione di gruppi molla-ammortizzatore della A’PEXi, del tipo N-1 EXV Coilover regolabili in altezza e in taratura, e di pneumatici posteriori 245/45 ZR16, ha permesso un netto miglioramento per quanto riguarda la tenuta di strada, non tanto in G laterali sopportabili, quanto soprattutto in grip per la trazione. Dare gas in curva con una RX-7, infatti, può essere il modo migliore per imparare in fretta a dosare il controsterzo, soprattutto sul bagnato. Ora, invece, la situazione è più sotto controllo rispetto a prima. Su ogni ammortizzatore, un registro a rotella permette ben 32 clic di regolazione rendendo la messa a punto molto personalizzabile e facilmente convertibile per l’utilizzo sia su strada che in pista. Oltre a questa misura di pneumatici omologata sulla carta di circolazione, Pietro ha ottenuto dalla Mazda numerose altre misure, anteriori e posteriori, per cerchi da 17”. In questo caso un plauso va alla Mazda, che in breve e su suggerimento di Pietro, ha concesso tutte le possibili omologazioni per soddisfare le esigenze del cliente, pur rispettando le imprescindibili norme di sicurezza. Magari fosse così anche con le altre case automobilistiche!
Interni non trascurati
Un ultimo accenno lo dedichiamo agli strumenti supplementari montati nell’abitacolo: sono della Defi (temperatura olio, temperatura gas di scarico e pressione turbo) e offrono la possibilità di registrare l’accaduto degli ultimi 2 minuti e di rivedere l’andamento dei valori in playback. Questa funzione è molto utile nella messa a punto delle mappature relative alle differenti pressioni turbo, quando non serve tenere lo sguardo fisso sugli strumenti per avere una corretta valutazione, ma basta fermarsi e rivedere iltutto con calma e in piena sicurezza, per apportare così le giuste correzioni.
Su strada
La Mazda RX-7 di questa prova mantiene più di quanto promette. Raramente, infatti, avevamo guidato auto ugualmente piacevoli e trattabili in basso, così come cattive e reattive in alto. Inoltre, il nuovo limitatore a 8.500 giri/min permette un allungo da moto, con il motore che urla e si esprime con tonalità veramente accattivanti. Le dimensioni contenute della vettura permettono fin dall’inizio di non avere grandi remore reverenziali. Anche lo sterzo, diretto e comunicativo al massimo, spinge verso un’immediata presa di confidenza. Solo la posizione di guida risulta un po’ datata, con il volante troppo basso per avere l’eccellenza. Il motore comincia a spingere già a 2.500 giri, poi a 5.000 giri/min ha una leggera flessione dovuta al cambio di turbo (da quello piccolo a quello grande), per poi riprendere con nuovo vigore fino oltre gli 8.000 giri. Alla guida della RX-7, la capacità di gestire velocità e potenza vanno valutate in due differenti modi. La tenuta di strada laterale è ottima, il sottosterzo è praticamente nullo e la vettura è in grado di sfoderare un’agilità eccezionale. Il discorso cambia, però, quando è il momento di affondare sul gas in uscita di curva. In questa situazione, se non si presta la dovuta attenzione, il sovrasterzo di potenza può essere in agguato. Non eccessivo e facilmente gestibile sull’asciutto, diventa un nemico contro cui combattere sul bagnato. Questo limite del grip ha anche penalizzato i tempi di accelerazione, peraltro molto buoni. Almeno 2/3 decimi di secondo vengono, infatti, persi con lo slittamento delle ruote posteriori. Provate a levare queste frazioni dai tempi registrati e vi renderete conto dell’enorme potenziale dell’auto. Anche così, comunque, è un bell’andare. E non fate caso ai tempi che la Casa dichiarava ufficialmente quando l’auto era sul mercato: nessuna rivista è mai riuscita ad avvicinarli nelle prove strumentali effettuate, con uno 0-100 km/h compreso tra 5,8 e 6 secondi e il chilometro da fermo percorso in 25,7/26 secondi. Quindi, la “nostra” RX-7 è scesa molto sotto la media di quanto rilevato sulle Mazda di serie, segno che la cavalleria di questo esemplare c’è tutta e riesce a fare la differenza.
Viva l’originalità
La Mazda RX-7 presenta due caratteristiche tecniche più uniche che rare: non solo ha un motore Wankel, ma è anche sovralimentata mediante due turbocompressori sequenziali. Il motore Wankel adotta pistoni triangolari che ruotano all’interno di uno statore vagamente a forma di “8”, trasmettendo il moto mediante un albero motore che compie tre giri ad ogni giro del rotore. Non esistono valvole e alberi a camme, ma luci di aspirazione e di scarico aperte sulle pareti dello statore. I turbo sono due, uno più piccolo per iniziare a dare sovrapressione a bassi giri e uno più grande per le potenze più elevate: a circa 5.000 giri/min una valvola effettua il cambio tra i due compressori. A quel regime, infatti, corrisponde una certa flessione nell’erogazione. Nella guida normale, però, l’indecisione della curva di coppia praticamente non si avverte ma, grazie a questo particolare sistema, si può godere di una progressione che inizia a farsi sentire a 2.500 giri e non accenna a diminuire fino all’intervento del limitatore.
Il proprietario
Nome: Pietro
Professione: pilota civile di aerei di linea
Hobby: automobili, motori e videogiochi
Stato civile: fidanzato
Anni: 25
Altri mezzi posseduti: Nissan Sunny GTI-R, Honda CBR 600RR
PRESTAZIONI DICHIARATE
Velocità massima 250 km/h
Accelerazione 0-100 km/h 5,3 sec.
Accelerazione 0-1.000 m 24,8 sec.
DATI STRUMENTALI
Potenza max 352 CV a 6.681 g/m
Coppia max 372 Nm a 6.385 g/m Peso/potenza 3,72 kg/CV
Accelerazione
100m 6,10 107,2
400m 13,84 168,1
1000m 24,81 218,1
0-100 5,60 85,7
0-140 9,76 224,3
0-170 14,12 413,2
Ripresa III
80-100 1,77 44,1 3,25
80-140 5,14 156,8 3,25
Ripresa IV
80-100 3,85 100,0 1,84
80-140 8,97 274,0 1,8
Ripresa V
80-100 5,45 136,1 1,06
80-140 17,10 528,7 0,97
Tuning
MOTORE
Doppio filtro aria a presa diretta Apexi Power Intake. Collettore di scarico Dual Tube e catalizzatore sportivo Metalit Super Catalizer della Knight Sport. Terminale di scarico Blitz Nur Spec-R. Controllo elettronico pressione sovralimentazione HKS EVC-EZ2, con possibilità di impostare elettronicamente 2 settaggi e di passare da un valore ad un altro con un pulsante. Centralina riprogrammata Knight Sport e ampliata con un chip da 8 a 16 bit.
ASSETTO
Apexi N-1 EXV Coilover regolabili in altezza e in taratura (32 click possibili). Pastiglie freni Project MU. Pneumatici posteriori 245/45 ZR 16
INTERNI
Indicatori supplementari Defi (temperatura olio, temperatura gas di scarico e pressione turbo) con possibilità di registrare sino a 2 minuti e di rivedere l’andamento dei valori in playback e con spia rossa che si accende per indicare il superamento di un valore massimo preimpostato. Impianto stereo Pioneer DEH 7400MP, amplificatore Audison LRX 90 x 4, woofer anteriori Macrom 59.17 da 165 mm, tweeter anteriori Infinity K 10, casse posteriori a 2 vie Quart Mobile QM-160KX con il woofer da 165 mm e il tweeter in titanio, sub-woofer Bass-Link Infinity.