“Operazione” tuning o “omologazione” tuning?
ITALIA NO OMOLOGAZIONI – Il punto è questo. In Italia qualsiasi modifica alla caratteristiche costruttive (impiego di pneumatici di misure maggiorate, installazione di appendici aerodinamiche, utilizzo di assetti sportivi ecc) da sempre è dovuta passare al rilascio di un Nulla Osta della Casa Costruttrice, al 90% mai concesso (vedi art.78).
Negli anni sono nate tantissime discussioni sull’argomento (di cui Elaborare si è fatta anche portavoce anche in sedi istituzionali) e sul fatto che questa impossibilità di regolarizzare determinate “modifiche” presso la Motorizzazione, annotandole sulla carta di circolazione a seguito di un collaudo, ha sempre comportato un danno economico per tutti, con un mercato potenzialmente elevato ed un giro economico importante. Aziende produttrici di accessori (le italiane esportano in tutto il mondo) ed officine meccaniche potrebbero finalmente risollevare le proprie sorti se si sciogliesse il nodo di questa matassa. Un paio di Decreti a partire dal 2009 hanno aperto la strada e tentato di risolvere il problema “omologazioni tuning” con grandissimo ritardo. Col Decreto Sviluppo 2012, entrato in vigore l’11 agosto 2012, non sarebbe più necessario il nullaosta della casa costruttrice per apportare modifiche, anche sostanziali, a un veicolo.
Decreto Sviluppo 2012: “3-bis. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti stabilisce con propri decreti norme specifiche per l’approvazione nazionale dei sistemi, componenti ed entita’ tecniche, nonche’ le idonee procedure per la loro installazione quali elementi di sostituzione o di integrazione di parti dei veicoli, su tipi di autovetture e motocicli nuovi o in circolazione. I sistemi, componenti ed entita’ tecniche, per i quali siano stati emanati i suddetti decreti contenenti le norme specifiche per l’approvazione nazionale degli stessi, sono esentati dalla necessita’ di ottenere l’eventuale nulla osta della casa costruttrice del veicolodi cui all’articolo 236, secondo comma,del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, salvo che sia diversamente disposto nei decreti medesimi”.
E’ stato poi successivamente emesso un Decreto per regolarizzare le modifiche agli impianti frenanti ed un secondo Decreto recente per le ruote. In realtà questi decreti non hanno mai portato alla soluzione del problema come invece affrontato in Germania. Ci provò anche Bersani.
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