Cps Pistoni Torino
CPS pistoni Torino – CPS, azienda esperta nella fabbricazione di pistoni speciali. Scopriano i trucchi per “arredare” al meglio le camere… di scoppio dei motori elaborati
Tommaso e Fabio lavorano all’interno della CPS da 14 anni e fanno parte del gruppo degli “operai vincenti” (così amano simpaticamente definirsi). Infatti, i due fratelli hanno contribuito in primo piano al perfezionamento delle tecniche produttive, senza risparmiare impegno, per mettere a punto nuove tipologie di pistoni, curandoli nei dettagli e rendendoli eccellenti. Non solo nell’esclusiva qualità, ma anche nel prezzo. Le statistiche di vendita e i riscontri ottenuti lasciano trasparire una chiara realtà: la CPS sembra aver prevaricato tutti i suoi rivali, ottenendo risultati notevoli. Con rinnovato entusiasmo, possiamo dire che tutto ciò è il punto di partenza di un progetto mirato alla ricerca di soluzioni sempre più all’avanguardia, per soddisfare appieno le sempre più numerose richieste e per garantire la funzionalità e la qualità dei nostri pistoni speciali.Come si costruisce un pistone speciale
Nel momento di preparare un pistone speciale si sceglie il grezzo di fusione che corrisponde alle esigenze dimensionali che dovrà avere il prodotto finito; la prima lavorazione a cui viene sottoposto consiste nella tornitura della faccia superiore del pistone, che assume la quota stabilita in fase di progetto e le caratteristiche per la tenuta ottimale. Successivamente viene creato il foro per lo spinotto: la misura di questa cavità non è ancora quella definitiva ma serve sostanzialmente a fornire un punto di ancoraggio stabile per tutti i successivi procedimenti. A questo punto il pistone viene posto sopra una delle macchine a controllo numerico dove gli viene incisa una sottile gola in corrispondenza del punto in cui verranno praticati i fori per il passaggio dell’olio. Questi ultimi vengono realizzati tramite un trapano a colonna e si trovano nella gola che ospiterà la speciale fascia “raschiaolio”. In seguito il pistone ritorna al controllo numerico per le lavorazioni inerenti le zone valvola (degli speciali incavi ricavati sul cielo del pistone per evitare che in fase di apertura ci siano dei contatti con le valvole), per realizzare le eventuali bombature e le sedi per le fasce elastiche. A tal proposito ci viene specificato da qualche tempo s’impiegano quasi esclusivamente segmenti di tenuta di produzione giapponese. Questi particolari, pur con uno spessore del segmento inferiore, consentono di avere una tenuta ottimale ed un’usura trascurabile, anche in presenza di sollecitazioni superiori alla norma, come nel caso dei propulsori elaborati o per uso pista. In queste applicazioni più spinte le fasce elastiche in acciaio risultano anche cromate, a tutto vantaggio della diminuzione degli attriti. Dopo aver ricavato la gola per il fissaggio del fermo sullo spinotto è giunto il momento di occuparsi del profilo inferiore e laterale del pistone; quest’ultimo viene posto su una fresa a controllo numerico che gli conferirà l’aspetto definitivo, asportando il materiale in eccesso secondo i dati impostati. Una volta completate le lavorazioni di fresatura, il pistone è pronto per essere diamantato. Una speciale macchina provvede a lavorare il mantello del pistone, conferendogli la giusta ovalizzazione, e le tolleranze richieste. Questa fase è fondamentale per la riuscita finale del prodotto e deve essere effettuata con estrema accortezza. Non rimane che procedere alla rettifica della sede dello spinotto per conferirgli il diametro ottimale ed il pistone è pronto per… “arredare gli interni” di un’altra camera di scoppio.
Tutti i macchinari utilizzati alla CPS sono molto complessi ed estremamente precisi. Tuttavia al termine di ciascuna lavorazione sono effettuati dei controlli manuali di tipo dimensionale e qualitativo, e se necessario vengono apportati ulteriori ritocchi a mano. In questo modo sono controllati tutti i pezzi prodotti e non solo un campione, come spesso avviene in altri ambiti similari.Perché un pistone speciale?
È proprio necessario intervenire anche sui pistoni quando si elabora il motore? Per rispondervi ricorriamo ad un piccolo esperimento. Mettete un cubetto di ghiaccio in un bicchiere, poi versategli sopra un po’ di acqua fredda; il ghiaccio comincerà a scricchiolare e a spaccarsi a causa dello stress termico che subisce. Eppure siamo in presenza di uno sbalzo termico molto modesto, cioè di circa 30° (dai –20° C del freezer ai 10° C dell’acqua di rubinetto). Ora immaginate cosa succede quando, ad esempio in pieno inverno, mettete in moto il propulsore della vostra auto: lo sbalzo termico tra la superficie superiore del pistone rivolta alla camera di scoppio e quella inferiore bagnata dall’olio ancora a temperatura ambiente, supererà nelle fasi iniziali i 1.000° C. Quella termica è solo una delle tipologie di stress che subisce un componente come il pistone. Ad essa si aggiungono la fatica meccanica di dover sopportare fino ad un paio di tonnellate di spinta sul cielo, per ogni fase di scoppio, e quella di dover cambiare direzione di moto ben 50 volte al secondo: tutto questo in un comunissimo propulsore stradale con regimi di prestazioni e di utilizzo neanche troppo elevati. È evidente quindi l’esigenza di poter disporre di pistoni più leggeri (minor inerzia nel cambio di direzione) ma al contempo con migliori caratteristiche meccaniche, in grado di sopportare temperature di funzionamento e carichi sempre maggiori. I pistoni stampati soddisfano questa esigenza: la lega in alluminio-silicio con cui sono realizzati viene stampata a caldo, con una minore porosità interna a vantaggio della loro resistenza. Dotati di mantello ridotto e spessori inferiori rispetto ai corrispondenti prodotti di serie, vantano una maggiore leggerezza, fondamentale per incrementare il regime massimo del propulsore. Tuttavia perché tutto fili liscio, non basta che il pistone sia stampato, ma occorre che sia lavorato a regola d’arte; ecco perché ci si deve sempre rivolgere a chi, del pistone stampato, ha fatto il proprio mestiere.La CPS , ieri, oggi e domani –
La storia della CPS è indissolubilmente legata a quella del suo fondatore e attuale titolare Gaetano Zappia. Tutto inizia circa trent’anni fa, quando Zappia lavorava come operaio nell’ambito di un’officina di rettifica per motori. In questo periodo, si verificava spesso l’esigenza di reperire pistoni di ricambio per vetture d’epoca, ma nessuno era in grado di fornire questo servizio. È nata allora l’idea di procedere autonomamente nella costruzione di tali componenti dalle caratteristiche particolari e nelle misure più disparate, allestendo una specifica area per la rettifica. Dopo circa quindici anni Zappia, forte di una notevole esperienza conquistata sul campo, decide di mettersi in proprio e fondare l’attuale CPS. Come per le migliori band musicali di successo, tutto hainizio in uno scantinato, dove allestisce i primi macchinari per la lavorazione dei materiali. In questo periodo prendono il via alcune collaborazioni con numerosi preparatori, in grado di arricchire ulteriormente il bagaglio tecnico della neonata CPS. Qualche anno dopo l’azienda “esce allo scoperto” trasferendosi in un piccolo capannone di circa 300 mq. L’aumento dello spazio coincide con l’incremento delle apparecchiature disponibili; cresce il volume di affari ed arrivano i primi dipendenti, tanto che dopo 4 anni anche questa sede diventa piccola. Da circa un anno la CPS si è trasferita nei locali attuali, dove otto dipendenti provvedono a tutte le lavorazioni per la realizzazione di prodotti di alta qualità. Oggi la CPS è un’Azienda consolidata con 8 dipendenti ed una produzione annua di circa 8.000 pistoni. Il suo raggio d’azione copre l’intero mercato automobilistico visto che realizza componenti per auto storiche, pezzi speciali per il tuning e le competizioni. Di recente, sono iniziati i contatti per una collaborazione anche nel mondo delle due ruote con la produzione di pistoni speciali per la Suzuki. Attualmente la CPS è impegnata in numerosi campionati (Velocità Montagna, Superproduzione) ed ha anche avviato un’importante collaborazione con la Ntechnology. Inoltre dallo scorso mese di Novembre, l’Azienda torinese ha acquistato il nuovissimo macchinario Takisawa a controllo numerico. Tale utensile per la diamantatura dei pistoni ha la peculiarità di lavorare su misure nell’ordine del micron anziché centesimale. Tutto ciò è di assoluta importanza per ottenere una migliore qualità del prodotto finito. I prodotti specificamente destinati al tuning non sono un’esclusiva italiana. La CPS infatti vende i suoi pistoni speciali in numerosi Paesi europei ma anche in luoghi ben più lontani. E’ ormai consolidata, ad esempio, la distribuzione dei prodotti in Grecia tramite un esclusivista ad Atene, e ci sono collaborazioni avviate con preparatori in Portogallo, Spagna (addirittura nelle Isole Canarie) e in Francia. Su internet è presente un vasto catalogo dei prodotti e grazie alle potenzialità della rete vengono effettuate delle esportazioni anche negli USA, in Giappone, a Taiwan ed in Canada