Giancarlo Zamuner
CHI FA DA SE’ FA PER TRE…
Non è facile trovare nell’ambiente dei tuner personaggi che siano in grado di preparare un’auto in assoluta autonomia. Giancarlo Zamuner è invece uno dei pochissimi ad eseguire lavorazioni e messe a punto esclusivamente all’interno della sua attrezzatissima officina utilizzando sofisticati strumenti e… una straordinaria esperienza.
Ogni "tuner" è un personaggio – inteso nella piena positività del termine – e dietro le mani sporche di grasso nasconde una storia fatta di esperienza, sacrifici e soddisfazioni. Ognuno interpreta a modo suo il proprio ruolo rivelandosi spesso in tutta la sua unicità. Segreti, piccoli e grandi stratagemmi che "fanno la differenza", cura dei particolari quasi maniacale, perfezionismo: sono questi gli ingredienti di una ricetta che differenzia un tuner vero dai tanti improvvisati. Questo preambolo è indispensabile e – come vedremo, anche riduttivo – parlando di un tuner romano tra i più apprezzati in ambito nazionale, Giancarlo Zamuner. Chi vive di corse e respira il profumo della pista conosce Zamuner e ne rispetta la profonda esperienza accumulata proprio nell’ambiente delle competizioni. Impossibile, quindi, non dedicargli uno spazio e il titolo di "Top Tuner" di questo mese.
Siamo andati a trovarlo nel suo piccolo regno situato a pochi chilometri a nord di Roma, a Maccarese, a un tiro di schioppo dal mare e dalla mondana Fregene. All’interno della luminosa e ordinatissima officina ci ha accolto un personaggio forse un po’ schivo ma visibilmente schietto e concreto. In questi casi non è facile rompere il ghiaccio, soprattutto quando si tratta di avviare"l’intervista" il cui protagonista appare piuttosto imbarazzato e tende a schermirsi un po’. Con Giancarlo è andata proprio così, ma solo per pochissimi istanti: il ghiaccio che dovevamo rompere si è sciolto immediatamente e in lui ha prevalso il giusto orgoglio di mostrarci i piccoli e grandi segreti della sua officina e di parlarci del suo palmares sportivo.
Durante la conversazione ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto di essere letteralmente circondati da una lunga serie di utensili di precisione e sofisticati strumenti di controllo, dal gigantesco tornio fino ad arrivare ad un preziosissimo e complesso flussometro. Il Direttore ci aveva anticipato che Giancarlo Zamuner investe molto sugli strumenti di lavoro, ma finchè non li abbiamo visti con i nostri occhi…/p>La biografia di Giancarlo Zamuner non si discosta molto da quella di molti suoi colleghi ed è letteralmente dominata dall’incondizionata passione per i motori. La vera differenza, invece, è l’approccio con i motori e la straordinaria e meticolosa filosofia da lui applicata nella preparazione di un’auto. Da corsa o da strada, per lui non fa differenza.
In quale periodo della tua vita la passione si è trasformata in professione?
"Ho cominciato tanti anni fa preparando le Fiat 500. La prima di queste era la mia, poi – mano a mano – ho continuato con quelle degli amici. Gareggiavamo con le nostre macchine ed è così che è nata la passione e il gusto della competizione. Da allora non ho più smesso di mettere le mani sui motori, anche quelle delle moto. Tanto per fare un esempio, nel 1975 una Ducati "curata" da me ha vinto il campionato italiano ma dopo qualche tempo sono tornato alle quattro ruote occupandomi della Formula 850 che mi ha permesso di farmi conoscere nel duro mondo delle corse. In seguito sono passato al Trofeo Abarth ottenendo ottimi piazzamenti e anche qualche vittoria. Ormai ero ben introdotto nell’ambiente delle competizioni e fare il salto di qualità, passando alla Formula 3, è stato un passo naturale. Purtroppo l’esperienza in Formula 3 non è durata a lungo. La posta in gioco era già troppo alta e con pochi sponsor di strada non se ne fa molta… Sono allora passato al Campionato Turismo esordendo con una Suzuki Swift con cui ho vinto il campionato italiano. Da allora non ho più smesso di dedicarmi al Turismo partecipando alle varie edizioni ancora con le Suzuki, le Citroën AX Sport fino ad arrivare alle Honda Civic con cui gareggio tuttora."
A proposito di Honda, sappiamo che hai una particolare predilezione per la Civic…
"Beh, non lo nascondo, mi piace lavorare sulle Honda e sulla Civic in particolare. Per capire il motivo basta mettere le mani sotto il cofano. Anzi, è meglio smontare il motore, pezzo per pezzo, per capire l’enorme differenza con qualsiasi altro motore di serie. Non è facile lavorare su un motore Honda per tirarne fuori qualche cavallo in più. E’ quasi una sfida con la propria bravura ma non perché si tratta di motori complicati o delicati, anzi. Sui motori normali si può intervenire sui vari organi alleggerendo e ottimizzando dove serve ottenendo incrementi di potenza anche molto elevati. Sui motori Honda, invece, le tolleranze sono talmente minime da lasciare pochissimo spazio ad ulteriori miglioramenti: pistoni e bielle sono già equilibrati alla perfezione, ad esempio, e così si deve intervenire con la stessa precisione di un gioielliere. Insomma, non è affatto facile migliorare ciò che è già perfetto ma non è neanche impossibile e ti assicuro che la soddisfazione è davvero grande, soprattutto in pista."
Si dice che Giancarlo Zamuner sia un personaggio molto pignolo ed estremamente riservato professionalmente… (a questo punto il ghiaccio èdefinitivamente sciolto da un sorriso del nostro interlocutore)
"Nel nostro settore la riservatezza, secondo me, è molto importante se si vogliono ottenere risultati migliori di quelli della concorrenza. Io, ad esempio, ho allestito nel tempo la mia officina in modo da poter effettuare qualsiasi lavorazione senza dover ricorrere ad interventi esterni. E’ per questo che ho preferito investire molto sui macchinari e su alcuni strumenti di controllo che normalmente non sono presenti nelle officine dei miei "avversari". Non si tratta solo di una questione di riservatezza ma soprattutto di una necessità legata alla qualità delle lavorazioni. Io sono molto esigente, non lo nascondo, e da ogni macchina che passa per le mie mani voglio ottenere il massimo, non solo dal motore."
Notiamo al centro dell’officina una scocca completamente spogliata e quasi irriconoscibile. Dopo qualche secondo riusciamo a capire che si tratta di una Honda Civic. E’ letteralmente costellata di punti di saldatura e ne approfittiamo per farci illustrare da Giancarlo la sua metodologia di intervento.
"Quando un’auto varca la soglia della mia officina ed è destinata alla pista subisce un trattamento radicale di irrobustimento della scocca. Le auto di serie, infatti, dovendo rispettare determinati requisiti di sicurezza vengono assemblate osservando un preciso programma di deformazione della scocca in caso di incidente. In pratica, i lamierati sono saldati tra loro in determinati punti e letteralmente incollati con mastice speciale in molti altri. Noi asportiamo totalmente il mastice e saldiamo al TIG (è una particolare procedura di saldatura – ndr) tutte le giunzioni tra le lamiere e i pannelli. Si tratta di un lavoro lunghissimo e molto impegnativo che può durare anche più di tre settimane e garantisce la rigidità assoluta della scocca, fondamentale in gara per assicurare il perfetto funzionamento delle sospensioni. E’ evidente, infatti, che eventuali flessioni del telaio tendono ad assorbire gran parte delle sollecitazioni destinate agli ammortizzatori compromettendo gravemente l’equilibrio dell’assetto. E ciò in gara equivale a perdere tempo prezioso ad ogni giro. Per quanto concerne l’assetto, poi, non mi limito a montare un set di ammortizzatori così com’è, tarandoli magari a occhio. Per ciascun elemento idraulico verifico con una macchina apposita i parametri di funzionamento poiché molto spesso si riscontrano sensibili differenze nei valori che in pratica non consentono di ottenere un assetto ottimale. In molti casi sono costretto a modificare profondamente gli ammortizzatori smontandoli completamente e modificandone l’idraulica e magari aggiungendo azoto in pressione caricabile attraverso un’apposita valvola che applico sul gambale dell’ammortizzatore stesso. Per quanto riguarda, invece, la lavorazione del motore, non posso certo scendere troppo nei particolari, altrimenti i miei piccoli e grandi segreti non sarebbero più tali… In proposito, però, posso dire di essere orgoglioso di aver acquistato uno strumento che praticamente nessuno dei miei colleghi-avversari possiede. Si tratta di un sofisticato flussometro che mi permette di lavorare le testate con la massima precisione senza lasciare spazio all’improvvisazione. Non è certamente un apparecchio facile da usare, anzi. I risultati che si ottengono, però, ripagano ampiamente delle lunghe ore trascorse a capirne il funzionamento. Anche questo è un investimento, no?"
Tra un impegno agonistico e l’altro ti occupi naturalmente di elaborazioni di auto stradali. Anche in questo caso preferisci le Honda?
"In linea di massima sì, ma ovviamente la mia clientela è composta da molti appassionati che mi affidano la loro macchina in assoluta fiducia, di qualunque marca essa sia. Certo, i motori Honda sono un’altra cosa, ma perché non dare anche agli altri qualche possibilità?"
Giancarlo Zamuner
Via Tre Denari, 345 – 00057 Maccarese (Roma)
Tel./Fax 0666562592
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