La Pikes Peak è morta?

100% asfalto, slick e grip da Formula 1: Loeb e la 208 disintegrano record e gara! La Pikes Peak non sarà mai più quella di prima e diventerà “banale”? Vatanen rimpiange la sua Climb Dance su sterrato con intervista esclusiva su ELABORARE.

E’ una cover story davvero speciale quella del nuovo numero di Elaborare di Settembre tutta incentrata sulla Pikes Peak International Climb. Una cover story da leggere e gustare tutta d’un fiato con un corposo reportage sulla gara, una messe di dati e dettagli storici e tecnici su piloti e vetture protagoniste della competizione americana, insieme ad un approfondimento sul campionissimo Sébastien Loeb e sugli incidenti più spettacolari, oltre ad un’imperdibile intervista esclusiva al mitico pilota Ari Vatanen indimenticabile protagonista della leggendaria “Race to the Cloud”.
Il 30 giugno 2013 in Colorado Spring, sulla salita più famosa del mondo, si è consumata la più grande tragedia del Motorsport degli ultimi anni: la Pikes Peak è morta.
Ad ucciderla è stato Sebastian Loeb, il Cannibale, e lo staff Peugeot Sport che ha fornito l’arma del delitto: l’incredibile 208 T16 PP. Un crimine premeditato sin dal 2012 quando l’organizzazione stessa della corsa, con la bitumatura completa, si è resa complice del misfatto, giustiziando una delle ultime frontiere dello spettacolo motoristico.
Demolito a colpi di cronometro il “muro” dei 9’, ridotto in macerie da un impressionante 8’ e 13” di Loeb, che però a vederlo in TV sembrava andare quasi a passeggio. Dal 2013, quindi, si volta pagina perché parafrasando un vecchio modo di dire “morta una Pikes Peak se ne fa un’altra”; ma sarà ancora spettacolo?

Storia di una gara epica – La Pikes Peak non è sempre stata come la vediamo oggi, e pur essendo rimasta invariata come percorso, ha visto evolvere a poco a poco il fondo stradale, da completamente sterrato a totalmente asfaltato. Ma questa è storia recente, poiché la Pikes Peak affonda le sue radici fin dagli inizi del 19° secolo…

Ari Vatanen e la sua Pikes Peak –  Un gentleman driver di altri tempi, un campione dei rally, un poeta venuto dal freddo. Ari Vatanen è tutto questo e molto di più e ci svela la sua Pikes Peak.
“E’ una di quelle gare che non lascia indifferente nemmeno il pilota più esperto. Prima della partenza vedi l’imponente montagna che ti sovrasta e sai che dovrai affrontarla in un unico tentativo. Il livello di stress è molto elevato e vi confesso che sono dovuto andare “dietro l’albero” varie volte prima dello start. Poi una volta in macchina e infilato il casco, l’adrenalina sale e inizia il godimento…”

Il resto dell’ approfondita cover story sulla emozionantissima Pike Peak International Hill Climb è su Elaborare 186.

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