Test a Magione della Peugeot 208 GTi
Una Peugeot 208GTi ed il circuito umbro di Magione: cosa può essere chiesto di più? Ah giusto, la libertà di girare in pista in lungo ed in largo senza limitazioni!
L’ultima proposta della casa francese monta un motore turbo a benzina da 1.6 litri, 4 cilindri in linea, che sprigiona ben 200 cavalli a quota 6000 giri, ma con una coppia massima disponibile già a 1700. I numeri per divertirsi, allora, ci sono tutti!
L’impatto estetico è notevole. I cerchi da 17” sono davvero particolari, sul fianco troviamo il logo GTI, la griglia anteriore ricorda una bandiera a scacchi. Insomma un bel mix di emozioni e vista da dentro, forse, è ancora meglio! I colori che predominano l’abitacolo sono il rosso ed il nero, presenti in ogni particolare: le maniglie degli sportelli, parte della plancia, perfino le cinture di sicurezza sono nere con una striscia rossa al centro. La strumentazione ha una cornice illuminata (indovinate di che colore…..rossa!), molto racing, che racchiude contagiri e tachimetro con al centro il display – rigorosamente a colori – che segnala le informazioni di servizio.
Al posto di guida si è totalmente avvolti dal sedile, e ci si aggrappa ad un volante così piccolo da fare il verso alle monoposto da F1, ovviamente con il logo GTi in bella mostra. Chi è dietro, invece, riesce a godersi comodamente il tragitto, magari allietato dall’impianto stereo firmato JBL. Tutto sommato la qualità costruttiva è alta e sono pochi i particolari che attirano l’attenzione in senso negativo.
Su strada (ed in pista, ndr) la piccola europea ha un motore tutto pepe, e la risposta immediata dell’acceleratore, anche alla minima pressione, ne è l’emblema. Si parte in un crescendo dai 1500 giri, incontrando un’erogazione piatta tra i 2000 ed i 3000 giri, fino ai 7000 dove il limitatore dice stop.
Un plauso alla tenuta di strada, con un rollio contenuto anche nei curvoni in appoggio ed una reattività nei cambi di direzione davvero alta. Il reparto sospensioni si comporta bene, non porta a fastidiosi ondeggiamenti ma, seppur ritardato, soffre un po’ il sottosterzo. In frenata, invece, schiacciare il pedale permette ottime staccate. In questo caso il trasferimento di carico all’anteriore è forte, considerando che abbassa un po’ troppo il muso: questo in pista garantisce più appoggio all’anteriore, ma in strada potrebbe essere problematico.
Il cambio, manuale a 6 marce, ha rapporti ravvicinati e permette di inserire le marce in modo preciso. Risulta antipatica la posizione della leva, perché rende difficile l’inserimento delle marce pari quando il bracciolo è abbassato. Ma nessuno è perfetto, e poi in pista non si guida con il bracciolo abbassato!
Insomma diamo l’ “ok” alla Peugeot per questa new entry, che cercherà di fare breccia nel cuore degli appassionati.