Scivolando s’impara!
Gli automobilisti guidano bene? Mediamente no! Difatti, per tutelarli, i costruttori infarciscono le vetture con dispositivi di sicurezza attiva sempre più complessi e invasivi. Ben venga l’elettronica, perché sulle strade capitano situazioni di pericolo che non dipendono da noi e potrebbero coglierci impreparati; semmai restiamo perplessi quando scopriamo che non si può disinserire l’ESP su una vettura sportiva. L’appassionato di automobili sa bene quanto lo stile di guida fa la differenza: prima, durante e fino allo scampato pericolo. Il livello d’attenzione di un buon pilota deve garantire il massimo della sicurezza per stimare velocità, distanze, aderenza e ostacoli. Queste informazioni serviranno prima per decidere quale manovra effettuare e poi per farla… presto e bene, tenendo conto anche del margine d’incertezza dovuto a fattori esterni. Valutare, pensare e agire è un processo continuo ed è il bello della guida! Su strada come in pista bisogna essere più veloci col cervello che con le braccia perché queste, eventualmente, serviranno per rimediare a un errore di valutazione o per fronteggiare l’imprevedibile. La prima regola è limitare la velocità, altrimenti l’auto non rallenta e tira dritta, o in curva allarga la traiettoria… col rischio di un testacoda o di un’adrenalinica inversione dinamica di rollio, conosciuta pure come “schiaffo”. Ecco tutte le variabili che entrano in gioco nella guida con scarsa aderenza…
Il resto dell’approfondito servizio sulla Guida su fondi a basse aderenze è su Elaborare n. 177 di Novembre 2012.
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