TECNICHE DI GUIDA 2: sterzata e sguardo
di Nicola Tesini
A me gli occhi!
Ricordate dove eravamo rimasti? Alla posizione di guida: lo start up dell’automobilista, la connessione tra noi e l’auto! Dal numero scorso ho assistito oltre 120 persone impegnate in attività di guida sicura e drifting, volte alla prevenzione dei pericoli e al controllo estremo dell’auto. Sapete qual è stata la cosa che ha messo più in crisi (e in certi casi turbato!) buona parte degli allievi? L’uso del volante… e non sto scherzando! Le difficoltà nascevano non tanto dall’esecuzione corretta o meno di un esercizio, bensì dal semplice movimento delle mani sulla corona dello sterzo. Che fosse l’impostazione di una curva da 90 o 180 gradi oppure l’avvio di una veloce tecnica di controsterzo su una sbandata, l’impaccio era evidente. Volevano usare correttamente due mani secondo i dettami appena acquisiti in teoria, ma il risultato non sempre era soddisfacente. Strano? Per niente! E il motivo è presto detto. Per molti di voi, tutto ha avuto inizio nella formazione pratica per acquisire la patente di guida, quando vi hanno spiegato che incrociare le braccia è un grave errore (vero, se non siamo così fessi da bloccarci in quella posizione di “fine corsa”) e che per affrontare le curve la tecnica più corretta di sterzata è quella cosiddetta a “mungitura”. Naturalmente non vi hanno spiegato perché si chiamava così….