Controeditoriale Paola Nicoletti
Vita da pedone!
"Alcuni giorni fa il direttore mi ha chiesto di scrivere una riflessione su questo spazio. La mia risposta non è stata immediata, sono piuttosto lenta nelle risposte, specie se ritengo di non essere competente. Replica di Mancini alla mia incertezza: ”Lunedì mattina, consegnami tutto perché mercoledi andiamo in stampa”. Lui sì che è veloce!!! Pensavo tra me e me…”cosa c’entro io con Elaborare, col Tuning… io faccio conti, recupero crediti, combatto con le banche e poi vado a piedi. Sì, io vado a piedi, non ho la patente!!!”. Ecco, quest’ultima cosa mi ha illuminato. Bene, io sì che sono “contro”… e così ho scelto di parlare della vita da pedone. Non è un elogio, né voglio esaltare chi come me ha fatto questa scelta: però credetemi si vive la vita con più intensità e anche più serenamente. La vita del pedone è fatta di piccole cose, e tra un passo e l’altro scandisce così la propria esistenza. Alla fermata dell’autobus, ad esempio, si riesce ancora a chiacchierare con le signore alle prese con l’artrite o peggio con i gestori telefonici; si può riflettere sulla conoscenza della sintassi da parte degli studenti (che è più bassa della vita dei loro pantaloni); si ascoltano le telefonate di una moglie in piena crisi di coppia, si sentono i commenti sulla cronaca, sulla politica e sull’economia da parte di passanti che si improvvisano economisti e sostengono tesi giuridiche con convinzione tale da far impallidire la Consulta. Il pedone è davvero fortunato, vive come in un reality, senza copione, con meno regole; per lui il rosso del semaforo è sempre e soltanto il colore della passione, non ha l’ansia del parcheggio, il problema del traffico non gli appartiene, non deve fare tagliandi, circola senza pagare e poi osserva! Il pedone ammira le auto dall’esterno e nota il differente comportamento di guida tra un automobilista comune e l’appassionato di tuning che ha personalizzato la sua auto: una guida più armoniosa nel rispetto degli altri ma soprattutto della sua “creatura”. Insomma, in un’era come quella in cui viviamo, fatta di tecnologie avanzate, meccanizzazione alle stelle, alta velocità e altre cose prodigiose… il pedone resiste, è libero di gestire il suo tempo, conosce il suo spazio, non sbaglia mai senso di marcia, non mette la cintura di sicurezza. Lui tanto sa che può contare solo sulle sue gambe!" (P.N. amministrazione Eurosport Editoriale)