VENDITE AUTO A QUOTA 1.850.000 NEL 2009
CRISI AUTO
Vendite auto a quota 1.850.000 nel 2009: il calo sarà del 13,6%, mentre nei confronti del 2007 la contrazione sarà del 25,7%.
In mancanza di specifici interventi di sostegno della domanda il mercato italiano dell’automobile potrebbe attestarsi nel 2009 a quota 1.850.000 immatricolazioni, con la prospettiva di rimanere su bassi livelli per un lungo periodo. E’ questa la previsione presentata da Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor, nella conferenza che apre le giornate stampa del 33° Motor Show di Bologna. Rispetto al livello di 2.140.000 immatricolazioni previsto per il 2008 il calo sarà del 13,6%, mentre nei confronti del 2007 la contrazione sarà del 25,7%.
Il mercato dell’auto in Italia è entrato in crisi all’inizio del 2008 per un complesso di fattori tra cui una certa stanchezza della domanda dopo undici anni di vendite su livelli elevati, la forte crescita dei prezzi dei carburanti, il fallimento degli incentivi alla rottamazione nella versione 2008, l’entrata del sistema economico italiano in recessione, le maggiori difficoltà per gli automobilisti per ottenere credito al consumo dati l’aumento delle insolvenze e la crescita dei tassi. Per effetto di questi elementi negativi a fine agosto il calo delle immatricolazioni era già serio, anche se non drammatico (-12,04%). Con la deflagrazione, a metà settembre, della crisi finanziaria ed economica mondiale innescata dal fallimento di Lehman Brothers il quadro si è fatto drammatico e, secondo il Centro Studi Promotor, occorrono subito interventi dello Stato per evitare una crisi profonda e lunga, interventi che dovranno naturalmente essere integrati con quelli che sono stati adottati e che si adotteranno per evitare che la crisi economica globale abbia esiti catastrofici.
In particolare, per quanto riguarda il mercato italiano dell’auto, il Centro Studi Promotor ritiene necessario che venga varato, nei tempi più brevi possibili, un pacchetto integrato di provvedimenti. Misure centrali del pacchetto dovrebbero essere la riduzione dell’aliquota Iva sugli acquisti di auto dal 20% al 15% con un onere per l'Erario di 1.537 milioni su base annua e la concessione di un bonus di 2.000 euro per chi acquista un’auto nuova e rottama una Euro 0, 1 o 2 con un onere previsto per lo Stato di 1.000 milioni di euro, sempre su base annua. Il costo effettivo per l’Erario di questi provvedimenti è comunque largamente inferiore alle cifre indicate per il gettito Iva e di altre imposte derivante dalle vetture vendute in più. Ai provvedimenti sopra indicati si dovrebbe affiancare un’azione per tagliare sovraprofitti finora consentiti dall’imperfetto funzionamento della concorrenza in alcune attività del settore automotive. In particolare il Centro Studi Promotor per combattere il caro-tariffe RC auto propone che si preveda l’obbligo per le compagnie di inserire nella loro offerta una copertura con franchigia con condizioni tariffarie standard. Inoltre il Centro Studi Promotor, dato che il 67% degli acquisti di auto private avviene con pagamenti rateali, sottolinea la necessità di sostenere il credito al consumo, creando un fondo di garanzia tipo Cofidi ed eliminando le imposte sulle ipoteche sulle auto. Il complesso di questi provvedimenti unitamente agli interventi di carattere generale per sostenere l’economia, potrebbe portare il mercato dell’automobile ad evitare una caduta verticale della domanda raggiungendo invece nel prossimo anno un volume di immatricolazioni di 2.050.000 unità con la prospettiva di una graduale ripresa a partire dal 2010.
Con riferimento agli interventi di carattere generale per fronteggiare la gravissima congiuntura nazionale ed internazionale, il Centro Studi Promotor sottolinea che, dopo l’intervento iniziale per salvare il sistema bancario, i provvedimenti dell’Unione Europea sono stati a tutt'oggi inadeguati, mentre, pur in presenza di un quadro ormai sempre più chiaramente deflazionistico, la BCE tarda a ridurre i tassi di interesse. L’intervento del Governo italiano è stato invece più incisivo, ma fino ad ora si sono adottati soprattutto provvedimenti per fronteggiare l’emergenza sociale, integrando i redditi più bassi. Le misure adottate, pur essendo assolutamente prioritarie, non sono tuttavia sufficienti per rilanciare l’economia ed occorre quindi superare le remore ad utilizzare la politica fiscale in chiave anticongiunturale e intervenire con misure di sostegno dei settori economici prioritari e, tra questi, certamente quello dell’auto, che rappresenta il 14% del prodotto interno italiano.
Concludendo il suo intervento il direttore del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, ha ricordato che “la crisi del ’29 subì un drastico peggioramento quando il presidente degli Stati Uniti, Herbert Hoover, decise di rifiutare sussidi federali ai disoccupati e di difendere ad oltranza la politica del pareggio di bilancio”.
Bologna, 2 dicembre 2008