Viaggio nel deserto

“Viaggiare nel deserto non è solo un’esperienza fuori dal comune, ma anche un tuffo nel sogno romantico orientalistico che, celato nell’intimo, si concretizza con la sabbia, le dune, le palme, gli animali, il vento che sussurra nell’anima, l’amabilità della gente, il senso profondo di serenità.
E’ la realizzazione di un desiderio occulto.
Ma un viaggio nel deserto non può essere affrontato senza una seria riflessione.
Si addice a chi ama la natura, l’arte, la storia, l’archeologia, ecc.., insomma a chi ha interessi culturali profondi, tanto intensi da sacrificare in certi momenti gli agi che si vorrebbero anche in viaggio. S’addice a chi possiede un fisico più o mene resistente.
Bisogna esser molto pazienti e possedere un elevato livello di adattabilità, a volte, più alta del solito. Adattabilità significa anche integrarsi nel gruppo accettando i compagni di viaggio per condividere esperienze, agi e disagi.
Significa dormire in tenda, usufruire di una toilette a scelta tra una duna, una roccia, un cespuglio, addirittura, a volte, anche al riparo di un pneumatico.
Significa inglobarsi e abituarsi ad un ritmo ben diverso dal frenetico quotidiano vivere.
Il viaggiatore consapevole di tutto questo, non solo risentirà poco dei disagi, ma ritornerà appagato e felice, con il ricordo di un’esperienza indimenticabile.
Colui invece che non ha soppesato attentamente le possibili difficoltà sottovalutandole, o ha sopravvalutato la propria capacità di adattamento, andrà incontro a sofferenze e arrabbiature.
E’ pur vero, però, che se non si prova a vivere il e nel deserto, non sarà possibile conoscersi a fondo per come si è veramente. Mettersi in gioco sicuramente fa solo bene.
(Da desartica)

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