Walter Roehrl il campione

In occasione della festa per i vent’anni della NTP, abbiamo incontrato colui che è stato definito da una giuria di esperti, “il miglior rallista di tutti i tempi”. A 63 anni compiuti, Walter Röhrl, dispensa perle di saggezza sul mondo dell’auto, guidando ancora oggi come può fare solo un campione del volante

“Walter, ma quanti giri hai fatto? Cento?” “Di più, di più…”. Chiude la porta e riparte, sparando nell’aria sonore note a sei cilindri (boxer)! La moglie Monika lo saluta con uno sguardo carezzevole, mentre lui scompare all’orizzonte con un traverso divino. E così si avvia per 100 e più giri, per cento e più fortunati passeggeri tra altrettanti rimasti a terra a contemplare con l’amaro in bocca quell’uomo magico dal fisico asciutto. Un giro da paura, il rientro ai box, il fan che ringrazia paonazzo rimpiazzato da un altro pronto a subire la stessa sorte. E’ sereno e rilassato al posto di guida, King Walter. Non chiede e non dice nulla, salvo accettare quel sorso d’acqua che gli porge con gentilezza Klaus Trettl, l’amico che l’ha voluto alla festa dei vent’anni della NTP, l’Azienda italiana leader nella vendita di quegli assetti sportivi made in Germany che Walter ama tanto…
Walter Roehl il campione dei Rally e non solo!
Chi è Walter Roehrl? – Pilota specialista su tutti i tipi di terreno, soprannominato “Re di Montecarlo” dopo le sue quattro vittorie in quel rally. Vinse il suo primo titolo nel 1980 con la Fiat 131 Abarth; mentre il 2° due anni dopo su Opel Ascona. Fu il primo pilota che riuscì ad aggiudicarsi due titoli mondiali. Debuttò a metà anni 70 con la squadra Opel. Fu infatti Campione Europeo Rally nel 1974 con una Opel Ascona e con la stessa vettura vinse la prima gara internazionale (Rally Acropoli, 1975).
Röhrl su Audi Quattro in Portogallo nel ’84 – Rohrl è famoso per il suo stile di guida molto pulito che gli permetteva di mantenere integre le vetture anche in rally massacranti come il Safari o l’Acropolis. Uno stile di guida non innato ma acquisito col tempo; infatti agli inizi era ben nota la sua guida spettacolare, ma con il passaggio alla nuova Fiat 131 Abarth fu costretto a modificare radicalmente il suo stile per ottenere il massimo dalla vettura. Questo cambiamento venne perfezionato poi con l’esperienza in pista dovuta al programma con la Lancia nel mondiale endurance.
Infatti, tra il 1979 e il 1980, Röhrl era sì impegnato con la Fiat nel mondiale rally, ma gareggiava anche su pista con la Lancia Beta Montecarlo Turbo Gruppo 5 vincendo 2 gare e contribuendo alla conquista del Campionato mondiale endurance per costruttori.
Nel 1982 ritorna alle gare internazionali al volante di una Opel Ascona 400. Trionfa in un Rally di Montecarlo asciutto, contro le sofisticate e favoritissime Audi a trazione integrale, e la sua regolarità, fatta a colpi di ottimi piazzamenti uniti alla vittoria al Rally della Costa D’Avorio e grazie anche alla quasi-industruttibilità della sua Opel, gli consente a fine stagione di essere Campione del Mondo Rally con una gara di anticipo.
Nel 1983 fece parte del team Lancia Martini con la 037 e si accordò con Fiorio per correre sei gare con lo scopo di ottenere il maggior numero possibile di punti iridati a favore della squadra. Röhrl pretese però di avere carta libera al Montecarlo, che vinse inesorabilmente. Alla fine della stagione concluse secondo dietro al vincitore del titolo, Hannu Mikkola. Venne ingaggiato dal team Audi nel 1984, vincendo subito a Montecarlo (la sua quarta vittoria nel Principato) ma in quella stagione ebbe molti problemi di affidabilità e il titolo venne conquistato dal suo compagno di squadra Stig Blomqvist dopo una dura lotta contro Markku Alen. La stagione 1985 vide il declino definitivo dell’Audi a favore della nuova Peugeot 205 Turbo 16, tuttavia Rohrl vinse un rally, quello di Sanremo “stracciando” i diretti avversari con oltre 6 minuti di vantaggio ottenendo una bella rivincita.
In seguito all’abolizione del Gruppo B partecipò e vinse la più famosa cronoscalata del mondo, quella del Pikes Peak dove fece segnare il record del tracciato in 10:47,85 battuto poi l’anno successivo da Ari Vatanen per soli 63 centesimi.
Röhrl su Audi Quattro modello Pikes Peak nel 2005.
Le grandi doti che hanno permesso a Röhrl di essere un grandissimo pilota sono state un grandissimo autocontrollo, tenacia e soprattutto la capacità di spiegare ai suoi ingegneri le esatte reazioni della macchina così da risolverne i problemi. (fonte Wikipedia).

Il resto dell’articolo potete leggerlo sul numero 152 di Elaborare di luglio-agosto 2010 da richiedere come arretrato.
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