RIVOLUZIONE!
Funziona davvero il Koni FSD? Lo abbiamo verificato sulla pista di Vairano nelle condizioni più disparate. Il risultato è convincente, anche perché esalta le caratteristiche dell’auto.
ELETTRONICA? NO, GRAZIE
L’introduzione dell’ammortizzatore FSD da parte di Koni ha rappresentato una specie di rivoluzione. Lo
sviluppo, infatti, è iniziato dallo studio del movimento di un ammortizzatore in strada, che ha portato a definire entità e frequenza dell’escursione. Da qui l’idea di un ammortizzatore che lavori sulla frequenza della sospensione, ovvero sull’escursione nell’unità di tempo. È nato così l’FSD (Frequency Selective Damping), che si propone di migliorare sia il comfort di marcia sia la tenuta di strada attraverso il controllo delle oscillazioni del corpo vettura che si muove a frequenze diverse a seconda del fondo.
Come funziona il KONI FSD?
In un ammortizzatore tradizionale, il moto alternativo del pistone attraverso l’olio idraulico crea la resistenza necessaria (smorzamento) a controllare i movimenti della sospensione. La resistenza (forza) generata per ogni singolo movimento è determinata dalle valvole interne che controllano il flusso dell’olio. A seconda delle sollecitazioni ricevute dalla strada, le valvole si aprono e si chiudono reagendo agli ostacoli e controllando il rollio del veicolo. L’ammortizzatore Koni FSD, grazie a una speciale valvola aggiuntiva che risponde in base alla frequenza della sospensione, permette di controllare il comfort e la tenuta di strada in modo indipendente rispetto agli ammortizzatori convenzionali. La tecnologia FSD si basa sul controllo del flusso di olio idraulico in funzione della
frequenza (non della sola velocità), grazie a una valvola aggiuntiva che entra in funzione progressivamente all’aumentare della frequenza della sospensione e apre l’accesso a un secondo flusso di olio idraulico. Quando la valvola FSD è sottoposta a basse frequenze, la frenatura è determinata dal flusso principale (1) e rimane la più alta possibile per ottenere la migliore tenuta di strada. Quando le alte frequenze sollecitano la valvola FSD, questa lascia passare un flusso parallelo (2) di olio idraulico che diminuisce la taratura dell’ammortizzatore.
Il pista con l’FSD
Per verificare le qualità dell’FSD abbiamo testato quattro modelli di auto con caratteristiche diverse (Alfa Romeo 159 1.9 JTD SW, BMW 320d, KIA Sorento 2.5, VW Golf V 2.0 TDI) prima con gli ammortizzatori originali poi con i Koni FSD. Inizialmente si prova la vettura di serie sul percorso, quindi si prende lo stesso tipo di auto ma con differenti ammortizzatori e si rifà il medesimo tragitto con diverse situazioni: dossi, slalom, ostacoli, pavé, maneggevolezza, precisione di sterzo e comfort di marcia. Esaminando il comportamento delle vetture originali rispetto a quelle equipaggiate con gli ammortizzatori Koni dotati di tecnologia FSD, riscontriamo differenze in linea con le caratteristiche proprie delle varie tipologie di auto. La BMW, dotata di un’ottima base, registra un divario prestazionale bilanciato ed evidenzia un miglioramento a livello di comfort, dovuto probabilmente alla “cura FSD” nei confronti delle coperture run flat, decisamente non il massimo in questo ambito. La VW Golf si distingue sempre per la facilità di guida e le reazioni prevedibili. Con l’ausilio degli FSD il tutto è amplificato in modo positivo. La 159 SW paga sicuramente un peso maggiore, ma nella sua categoria è un’auto di riferimento come dimostrano le buone doti di maneggevolezza.
La versione equipaggiata con gli ammortizzatori sportivi ne esalta la guida, soprattutto per la precisione di sterzo, ulteriormente migliorata. La KIA Sorento con l’equipaggiamento di serie ha confermato le caratteristiche tipiche dei SUV: per via della mole e delle altezze elevate di baricentro, questi veicoli sono costretti a coniugare la loro natura di fuoristrada con le esigenze di guida prevalentemente stradale. Al contrario la versione con FSD pare totalmente trasformata: più confortevole, dotata di handling, reattiva e comunicativa. Dalle prove effettuate risulta una caratteristica comune a tutte le auto testate. I modelli equipaggiati con i Koni FSD hanno manifestato notevoli doti di smorzamento in estensione e un handling migliorato. Appena si sale sull’auto modificata, si nota subito un “indurimento” dello sterzo che si manifesta in un’elevata reattività e precisione trasmettendo un feeling maggiore con la vettura. In conclusione i benefici ottenuti con i nuovi FSD sono notevoli. Questi ammortizzatori non sono unicamente concepiti per chi cerca un assetto sportivo, ma per chi vuole ottimizzare la propria auto in termini prestazionali rappresentano un prodotto estremamente valido che migliora il comfort, la guida e la sicurezza.